Il POMO D’ORO… NERO

La storia del pomodoro inizia in Sud America, dove in passato erano diffuse piante selvatiche di pomodoro che producevano frutti piccoli e gialli.

Arrivò in Europa nel 1521, quando Cortes, si appropriò di alcuni semi e li inviò nel Vecchio Continente.

Il primo riferimento nella nostra letteratura appare nel 1544: Pietro Andrea Mattioli, botanico e medico italiano, scrisse nel suo erbario di aver osservato una nuova pianta di melanzana portata nella penisola dalle Americhe, per il suo caratteristico colore giallo oro e la forma della mela lo rinominò “pomo d’oro“ e  la classificò tra le specie velenose.

Ma la prima parola conosciuta per descrivere il pomodoro deriva dal suo luogo di origine, per gli Aztechi tomatl ( “cosa rotondeggiante e rigonfia”).

Inizialmente furono coltivati in Italia a puro scopo ornamentale per la sua capacità di creare frutti con forme e colori sempre differenti.

Nel 1500 il pomodoro compare nell’Arte, la prima rappresentazione pittorica si trova negli affreschi di Francesco Salviati de’ Rossi del 1545 circa, a Firenze.

Solo nel XVII secolo si inizia a descrivere l’utilizzo del pomodoro nell’arte culinaria. Antonio Latini fu il primo che scrisse della salsa alla spagnola, che in seguito diventerà la nostra salsa di pomodoro.

Vincenzo Corrado, nel suo trattato dal titolo Il cuoco galante, lodò il pomodoro e lo propose in numerosi utilizzi.

Nel primo ricettario a stampa di Filippo Re (1811) ritroviamo la salsa di pomodoro. Infine nel 1839 Ippolito Cavalcanti descrive, in dialetto napoletano, i vermicelli con le pommadore. Per Pellegrino Artusi, La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene (1891), il sugo doveva essere semplice di soli pomodori cotti e passati…

Questo frutto trovò il posto che meritava all’interno delle preparazioni di molti piatti, divenendo un vero e proprio re della tavola. Oggi ingrediente simbolo della cucina italiana e campione della cucina mediterranea.

 

“Il pomodoro è uno degli ortaggi simbolo della tradizione alimentare italiana
e della dieta mediterranea.”

Ve ne sono di diverse tipologie ognuna con caratteristiche produttive e organolettiche differenti.

Tra le varietà scelte dal ristorante Impronta di Albairate vi è il Nero di Crimea

Questo pomodoro si presenta all’attenzione dei coltivatori perché oltre ad essere insolito, presenta diverse qualità.

Dal punto di vista produttivo è resistente.

In bocca si percepisce la sua carnosità dal sapore intenso e quasi dolce.

Tra le caratteristiche organolettiche vi è la ricchezza di licopene, antiossidante naturale molto potente.

Il Pomodoro Nero di Crimea o Black Krim prende il nome dalla sua colorazione scura, nero-viola (Black) e dal suo luogo d’origine la Crimea (‘Krim’).

Si racconta che i semi dei pomodori Black Krim siano stati raccolti e salvati dai soldati che tornavano a casa alla fine della guerra di Crimea (1853-1856), furono poi tramandati attraverso le generazioni delle famiglie dei soldati che non esitarono a condividerle con le città vicine. Introdotti ufficialmente nel 1990.

Il pomodoro si presta bene nella preparazione dei nostri piatti, basati su ingredienti semplici, ben riconoscibili e di primissima qualità.

Il lavoro che svolgiamo presso il nostro ristorante non si basa solo sulla preparazione e la lavorazione della materia prima, ma è soprattutto basato sulla ricerca di aziende che possano fornirci la garanzia di un prodotto eccellente.

La sola qualità non ci basta, i nostri collaboratori devono presentare valori etici ed ecologici nel rispetto totale dell’ambiente.

Questo ci permette di introdurre solo alimenti prodotti con processi naturali esenti da additivi chimici, poveri o privi del tutto di tossine.

Tra le nostre aziende ortofrutticole preferite vi è Orto big, importante centro di ricerca e di raccolta del settore. Un’azienda nata in Sicilia, a Licata, divenuta sinonimo di professionalità non solo per la qualità degli alimenti trattati, ma soprattutto per i valori che rispetta quotidianamente. Realtà dalla storica e solida reputazione, i suoi processi produttivi sono svolti nel rispetto totale della natura, delle sue fasi e conseguentemente delle persone.